ISPACE - 1° Realizzazione
UOMO-NATURA-ARTE-TERRITORIO
Spazi per riscoprire la nostra appartenenza al mondo naturale e
scoprire il territorio attraverso i sensi per avere cura di noi
stessi in armonia con la natura
ISPACE è un progetto di rivalutazione territoriale nato da un pensiero che unisce arte e architettura per creare degli spazi che stimolano le persone a percepire l’influenza di uno spazio sui propri stati d’animo, riscoprire il legame uomo-natura con la conseguente cura dei luoghi, coinvolgere gli abitanti, i visitatori e le istituzioni in un processo di lavoro comune e contribuire al dibattito di rivalorizzazione delle aree rurali. Con questo progetto, unitamente ad altre iniziative della fondazione ed altri enti presenti in valle, si intende promuovere interventi di vocazione culturale per una crescita sostenibile e a lunga durata della valle sia culturalmente che economicamente.
Il progetto consiste nella costruzione in legno locale di 10 architetture/sculture lungo i sentieri del comune di Rossa, con l’istallazione della prima opera nei primi giorni del mese di ottobre 2020.
L’essere umano ha la straordinaria capacità di “sentire” lo spazio attraverso i suoi sensi ad occhi chiusi. La percezione dello spazio attraverso i sensi è centrale nel lavoro dello studio di architettura di Davide Macullo, iniziato negli anni Ottanta durante il periodo degli studi con il professore Luis Flotron, che della percezione dello spazio ha fatto il suo tema principale durante una vita di ricerche e laboratori, ai quali Davide ha partecipato e ne è stato profondamente influenzato.
Il progetto era stato denominato “il Gioco della Colomba”. Il nome deriva dal famoso “gioco dell’oca” che vede i giocatori avanzare nel percorso lanciando dei dadi e quindi essendo guidati dal caso che denota un sistema di scelte inconsce nel procedere, e naturalmente si riferisce al simbolo della pace.
Quale aneddoto curioso ma anche importante ricordiamo che il centro culturale “La Cascata” ad Augio (ora Rossa) in valle Calanca ha ospitato i seminari, diretti dal professor Flotron, relativi a questo progetto.
Lo scopo di questa ricerca risiedeva nel proporre la costruzione di un labirinto su tre livelli, attraverso il quale si “scoprivano” intuitivamente una serie di spazi, ognuno dei quali con caratteristiche diverse in modo da permettere al visitatore di confrontarsi con i suoi stati d’animo e le sue caratteristiche psicologiche. Alla fine dell’esperienza si riceveva un formulario che aiutasse le persone ad un esercizio di introspezione per trovare il proprio equilibrio psicologico. Questo progetto non fu mai realizzato e rimase sulla carta.
Il “Gioco della Colomba” ritorna, con altre o ulteriori prerogative, a Rossa e viene ribattezzato “Ispace” in quanto si tratta di un progetto che si prende spunto dalle ricerche avvenute, ma con significati nuovi. L’autore sceglie un titolo che unisce la lingua italiana e inglese per sottolineare il messaggio universale del progetto, is pace – è pace, I space – io spazio, is pace – è ritmo.
La fondazione RossArte promuove questo progetto dello studio Davide Macullo Architects che prende spunto da mezzo secolo di ricerche condotte nella università professionale di arti applicate di Lugano con l’ausilio e partecipazione di vari istituti europei e comprendenti psicologi e psichiatri oltre che ad altre personalità coinvolte nel progetto, e dalla ricerca continua da allora dello studio sulla percezione dello spazio, per la quale lo studio è stato riconosciuto internazionalmente e continua ad esserlo.
A Rossa “Ispace” assume nuovi significati in quanto si radica al territorio che lo ospita e fonde la lettura dell’ecologia in senso lato con l’ecologia umana in termini pratici attraverso la fisicità delle opere da installare.
L’ecologia in senso lato è per l’architetto la disciplina che regola l’inserimento di un’opera nel contesto che la ospita. Il contesto è inteso nel senso ampio del termine come la sua geografia, orografia, condizione climatica, storia, ma anche economia e politica come le possibilità di una regione di crescere in modo sostenibile tenendo conto delle possibilità e opportunità presenti.
Una sana ambizione di crescita sociale, economica e culturale per il futuro della regione è uno degli scopi principali della fondazione che apre le sue competenze e progetti alla popolazione, enti e istituzioni presenti sul territorio e non.
L’ecologia umana è, sempre nelle preoccupazioni dell’architetto, indice di crescita sostenibile degli abitanti della regione e non solo in numeri ma anche in consapevolezza di essere protagonisti in prima linea della pianificazione del presente e del futuro della valle.
La partecipazione attiva degli abitanti e delle istituzioni del comune e della valle Calanca risuona nelle parole di Bruno Munari: “un popolo civile vive nel mezzo della propria arte”.
La condivisione di proprietà e attività è un atteggiamento radicato nella storia delle valli svizzere e in particolare in queste regioni, dove di sicuro a partire dal XII secolo il territorio veniva condiviso per averne cura, e permettere attraverso la sua coltivazione il sostentamento delle famiglie.
Il fine più nobile dell’architettura è quello di mettere a proprio agio le persone e oltre alla lettura storica viene necessario occuparsi non solo del presente ma anche delle ambizioni future degli individui utilizzando ogni strumento e tecnologia possibili.
Il caso dell’intervento in questione si china sulla tematica storica attuale di uno sviluppo esponenziale delle tecnologie che stravolgeranno il modo di costruire l’habitat dell’uomo. La scelta del materiale autoctono, alberi tagliati sul posto per deforestare le aree interessate al ripristino archeologico delle antiche mura, è il primo segno di sensibilità verso l’ambiente e utilizza il materiale al meglio della sua forza evocativa. La purezza del pensiero progettuale e la quasi assenza di tecniche costruttive particolari ci rimanda un’opera che non dichiara una condizione temporale per enfatizzare la centralità del rapporto tra uomo e natura.
Queste architetture/sculture si inseriscono nel più ampio operato della fondazione e operatori della regione per creare le infrastrutture e i contenuti necessari alla rivitalizzazione del territorio e dare a Rossa e alla Val Calanca una identità di meta di lavoro e vita oltre che di turismo.
L’obbiettivo di allargare l’offerta culturale ed economica della regione deve essere sostenuto da interventi mirati alla preservazione e sviluppo affinché l’ospite venga accolto e invogliato a partecipare a questo nuovo progetto culturale in senso ampio del termine, proprio per promuovere l’idea di luogo di scambio e lavoro per una crescita sostenibile dell’economia locale.