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Rossa in breve

 

Rossa è un comune della valle Calanca nei Grigioni Italiani nelle Alpi Svizzere sito a 1100 m slm che ospita una biodiversità straordinaria in termini di flora e fauna.

Il comune abitato da 800 abitanti nel XVI sec. vive una costante emigrazione fino all’anno 2010 quando conta solo 100 abitanti e nessun bambino, per poi crescere in numero fino a ca. 160 abitanti nel 2020 con una decina di bambini. La ricerca di una migliore qualità di vita e la recente tendenza e necessità di avvicinarsi nuovamente alla natura fa rivalutare questi luoghi ormai facilmente raggiungibili con mezzi di trasporto sia privati che pubblici. Altresì la rivoluzione informatica occorsa negli ultimi vent’anni ha contribuito a rendere più agili impegni professionali gestiti a distanza. Rossa, che è l’ultimo paese della valle, è raggiungibile in 20 minuti dalla rete autostradale statale a pochi chilometri da Bellinzona, capitale del Cantone Ticino e, di conseguenza, vicino a Zurigo e Milano.

La valle Calanca ha una tradizione di lotta per la propria indipendenza che risale dal medioevo e grazie alla sua situazione geografica si offre quale luogo di rifugio apprezzato, malgrado condizioni di vita severe. L’accesso alla valle dalla val Moesa sembra nascosto e ispira un senso di mistero. Il viaggio per risalirla già infonde emozioni forti. Più si avanza nel penetrarla più si scopre un mondo magico di bellezza e si viene accolti da un paesaggio da fiaba. Pochi minuti bastano per sentirsi proiettati in una realtà custode di valori ancestrali positivi. La natura si è disegnata da sola e ci immerge nella sua grazia ed equilibrio.

La valle Calanca che contava nel Cinquecento circa 3000 abitanti, come la maggior parte delle valli alpine ha vissuto di agricoltura e pastorizia, e magari anche di gente in cerca di un rifugio sicuro dalle vicissitudini del piano. La scelta di vivere una condizione di non propriamente agio potrebbe essere attribuita alla ricerca di indipendenza e protezione che la geografia particolare della valle offriva ai suoi abitanti. Le condizioni climatiche estreme unitamente ad un territorio esiguo e impervio forgiano un’attitudine lavorativa e di vita centrate sulla parsimonia che determinano un conseguente agire rispettoso delle risorse umane e naturali del luogo. Ogni intervento in valle presupponeva un atteggiamento preciso verso una pianificazione e costruzione duratura dell’ambiente costruito.

Ogni gesto, ogni intervento in questo luogo magico (come ogni luogo della terra lo è) deve riferirsi al suo spirito di sopravvivenza felice ed essere rispettoso dell’ambiente e della gente, sostenibile, audace per la sua portata creativa e duraturo. Lo scopo degli interventi è di natura sostenibile in due sensi: prendersi cura della ecologia in senso lato (storia, geografia, clima, socialità, economia, politica, ecc…) e della ecologia umana (senso di appartenenza, benessere nel sentirsi a proprio agio nelle proprie possibilità e ambizioni). L’azione diretta sulla sostanza che compone l’ambiente urbano e quindi gli edifici sottolinea la volontà di influenzare in modo positivo la quotidianità degli abitanti e in particolare dei bambini quali portatori di anticorpi da coltivare per una crescita civile del mondo.

Il motto potrebbe riflettere e riprendere le parole di Bruno Munari: “un popolo civile vive nel mezzo della propria arte”. Il nostro lavoro è di sensibilizzazione dei consensi attorno all’arte del nostro tempo e quindi l’architettura e l’arte contemporanee, spesso ostili a molti, perché relegate in ambienti elitari. Le passate e, in modo più marcato, recenti vicissitudini politiche globali hanno mostrato come i vincitori tendono a dimenticare i vinti e come una via elvetica storica di economia libera ma condivisa possa essere una voce positiva in un dibattito più che attuale.

L’intervento cosciente della popolazione alla costruzione collettiva del proprio habitat diventa oggi una necessità sociale per uno sviluppo sostenibile della nostra civiltà per far vincere il bello sul triste, il positivo sul negativo e per poter fare tesoro delle lotte per un mondo più civile ed equo.

Una cura amorevole del proprio territorio permette la condivisione dei beni permettendo al patrimonio collettivo e pubblico di arricchirsi, smentendo la paura insita negli individui che la ricchezza collettiva porti ad un impoverimento personale, e di conseguenza di arricchire la vita di ogni cittadino, anche in termini di sicurezza sociale. Ogni edificio può e deve essere un’opera d’arte, perché ogni proprietà privata è un tassello della proprietà pubblica. I volumi di ogni edificio sono le pareti dei soggiorni esterni di ogni cittadino. Questa semplice riflessione può essere tradotta in ambienti urbani più congestionati che non l’ambiente post-rurale della valle e il nostro lavoro trentennale di architetti ce ne dà conferma: “mondo è paese”.

Un’analisi della struttura geografica ed economica della valle ci porta alla conclusione, che per uno sviluppo duraturo e sostenibile, si deve optare per una via lavorativa e non turistica nel pianificare il destino, perlomeno a media durata (vent’anni), dell’economia locale. La valle è troppo piccola per ospitare un’operatività turistica strutturata ma facilmente può ospitare le infrastrutture per influenzarne una identità produttiva legata alla ricerca e alla cultura. La ricaduta economica di una futura vocazione produttiva in termini intellettuali, e la minor congestione portata da queste attività, rappresenta una opportunità concreta per raggiungere una indipendenza economica e quindi una crescita sostenibile.

Gli interventi sul territorio hanno quale denominatore comune la durabilità e il loro carattere urbano. Trovandoci in un palinsesto naturale, costruito e geologico sedimentato, si opta per espressioni che anche hanno già messo le radici nel mondo della cultura e ne hanno influenzato il corso. Da qui la scelta degli artisti che rispecchino questa caratteristica.

Tra i vari progetti realizzati e in progetto, promossi da vari operatori ci sono:

Swisshouse I, Swisshouse XXXII (Daniel Buren), Swisshouse XXXV, ISPACE, Recupero archeologico dei terrazzamenti del ‘500 “La Scatta”, Cappelle “Walldrawings” (David Tremlett), Parco Regionale Naturale Val Calanca, Biblioteca, Sala Multiuso e convegni, Ateliers residenze d’artisti e ostello della gioventù, Biennale d’arte 2021, Albergo, densificazione della struttura dei nuclei urbani, creazione e commercializzazione di prodotti della valle, case d’artisti (la prima di Not Vital), creazione di un Archivio pubblico, restauro patrimonio architettonico esistente, Museo a crescita illimitata, riduzione del traffico con ausilio di navette elettriche per accedere alla valle.  

Partners di questo progetto sono:

i Cittadini, il Comune politico, il Comune parrocchiale, la fondazione RossArte, il parco regionale naturale Val Calanca, altri enti pubblici, l’Azienda forestale, gli Amici operatori in campi culturali, scientifici e umanistici, le Associazioni, le Fondazioni e Tutti coloro che credono nel progetto Rossa.

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